Marina Berlusconi: 'I libri ci aiuteranno a ricostruire il futuro'

Rassegna stampa del 19-03-2020 - Corriere della Sera

Caro Direttore,

e se riuscissimo a far sì che questo flagello non lasci dietro si sé solo lutti, dissesti, dolore? Sembra addirittura irriguardoso, di fronte alla gravità della situazione, ragionare su questioni che vadano al di là del terribile conteggio delle vittime e dei danni devastanti che il virus sta provocando. Ma, da editore che ama il proprio mestiere, penso che chi ha deciso di dedicare ai libri la sua energia e la sua attenzione possa, forse debba, in un momento tanto drammatico offrire qualche spunto di riflessione. C’è chi ha cominciato a farlo, vorrei tentare, molto sommessamente, di farlo anche io.

Viviamo nell’incertezza più assoluta, non sappiamo quanto tutto questo durerà, non sappiamo il prezzo, comunque alto, che alla fine pagheremo. Sappiamo solo che ci vorrà del tempo, ma che prima o poi finirà. E’ facile concludere che nulla sarà più come prima, piuttosto è importante  essere consapevoli che sta a noi fare in modo che non tutte le eredità di questo incubo siano negative. Se il morbo prende possesso dei corpi di molti di noi, impediamogli di prendere possesso anche delle nostre menti. Se è necessario chiuderci in casa e azzerare le nostre relazioni, non mettiamo sotto chiave anche la nostra capacità di riflettere, non limitiamoci  alla snervante attesa che tutto passi. Perché non approfittare di questi giorni così particolari per ripensare alla nostra visione della realtà, alla nostra scala di priorità? Del resto, più che una scelta, mi pare  un passaggio inevitabile, di fronte a quel che sta succedendo.

E’ chiaro che molte delle certezze di ieri sono irrimediabilmente incrinate. Le società in cui viviamo restano di sicuro l’esempio più avanzato per quanto riguarda il livello di democrazia, di qualità della vita, di attenzione ai più deboli. Ma stanno dimostrando una fragilità che non avevamo preso nella dovuta considerazione. Il progresso scientifico e quello tecnologico, che tanta parte hanno avuto nelle nostre conquiste sociali ed economiche,  stanno mostrando di non essere in grado di regalarci anche l’invulnerabilità.  Ammetterlo non significa ridurre l’importanza che hanno avuto e sempre più avranno, anche nel superamento di questa emergenza. Significa semplicemente riconoscere che possono molto, moltissimo, ma non possono tutto. Certo, Internet  si sta dimostrando una volta di più parte insostituibile del sistema in cui viviamo, i social confermano di essere pericolosi propalatori di psicosi - e mi pare che finalmente si stia comprendendo appieno l’immenso valore di un’informazione professionale e autorevole - ma anche preziosi strumenti di aggregazione. Dietro, sopra, al centro di tutto questo, però, non può che restare l’uomo. Nonostante tutte le sue debolezze e tutti i suoi limiti. L’uomo con i suoi millenni di storia, di esperienze, di conoscenze, di capacità di leggere la realtà e di interpretarla. In una parola, l’uomo con la sua cultura.

La stessa possibilità di affrontare l’emergenza, ci viene ripetuto ogni giorno, si basa in primo luogo su molti di quei valori culturali (senso di responsabilità, rispetto per l’altro, solidarietà…)  che rappresentano le fondamenta della nostra stessa civiltà.

E di questi valori, di questa cultura, di questa civiltà i libri sono certamente i più fedeli custodi.

Ecco perché, da appassionata di libri ancor prima che da editore, credo che questa sciagura possa essere un’occasione per riflettere, e per far riflettere, sul nostro inesauribile bisogno di cultura e di lettura. Un bisogno che troppo spesso non è avvertito ma che resta vitale, perché è anche da esso che l’uomo ha sempre tratto le energie morali e intellettuali necessarie per superare pestilenze, guerre, calamità.

I libri - non dobbiamo dimenticarcene soprattutto oggi - tengono compagnia in giorni così drammatici, nei quali le ore e i silenzi si dilatano. I libri sono capaci di consolare, di fronte alle angosce che tutti viviamo, e molti vivono purtroppo direttamente su se stessi e nella propria famiglia. I libri soprattutto aiutano a trovare le risposte alle mille domande che il mondo intero si pone, sulla nostra precarietà, sulla capacità di un microscopico virus di ribaltare in poche settimane conquiste che sembravano inscalfibili, su una globalizzazione che ha messo a disposizione di molti, come mai prima, i benefici dello sviluppo ma che ha un prezzo, e stiamo cominciando a pagarlo.

Non saranno certo i libri a salvare il mondo dal virus. E sono io la prima a rendermi conto che non dico le emergenze, ma anche i problemi sono oggi ben altri. Ma se da questo incubo usciremo con qualche attenzione in più per la cultura, e con qualche buon libro in più sul comodino, credo che potremo avere fondamenta ancora più solide per ricostruire sulle macerie di questo disastro.

Marina Berlusconi, Presidente Mondadori




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